di Elena Ferrara

L'annuncio ufficiale arriva dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad che da Natanz - dove ha sede l’impianto che ospita le centrifughe necessarie per l’arricchimento dell’uranio - annuncia al mondo che il suo Paese da oggi deve essere considerato come "una potenza nucleare". L'esponente di Teheran sa bene di fare un annuncio sensazionale ed ecco che sfodera anche una serie di dettagli. Accompagnato dai ministri della Difesa e dell’Intelligence, dal segretario generale del Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale e da un centinaio di giornalisti, sottolinea infatti che l'’Iran si prepara a installare migliaia di nuove centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. “L’anno scorso - dice in un discorso radiotelevisivo - i nostri scienziati hanno installato tremila centrifughe e siamo ora entrati nella fase dell’arricchimento dell’uranio a livello industriale: oggi abbiamo iniziato l’installazione di tremila nuove centrifughe”. “L’anno scorso - dice in un discorso radiotelevisivo - i nostri scienziati hanno installato tremila centrifughe e siamo ora entrati nella fase dell’arricchimento dell’uranio a livello industriale: oggi abbiamo iniziato l’installazione di tremila nuove centrifughe”. E mentre questo messaggio arriva in tutto il mondo l'’Agenzia Internazionale per l’energia atomica (Aiea) - l'ente che vigila sul rispetto delle norme stabilite in materia dall'ordinamento internazionale - ricorda alla comunità mondiale di aver già annunciato, nel suo ultimo rapporto sull’Iran, il proseguimento dei “lavori di installazione” di nuove centrifughe, oltre le 2.952 già funzionanti. E sempre secondo l'Aiea questo vuol dire che a Natane si prepara non solo il nucleare per usi civili ma anche e soprattutto per usi militari. L’Uf6 ad alta concentrazione, infatti, può essere impiegato come materiale fissile per realizzare un ordigno atomico. Natanz diviene quindi sempre più un centro strategico internazionale. Tenendo conto - come risulta dai dati diffusi dalle agenzie di controllo internazionale - che in questa zona, ad una profondità di 18 metri, si trovano una centrale disposta su due livelli sottoterra e una sala vuota progettata per ospitare 50.000 centrifughe per l’arricchimento dell’uranio.

Festa grande, comunque, per l'Iran. Tanto più che l'annuncio di questa nuova escalation nucleare arriva nel momento in cui il Paese celebra la sua "Giornata nazionale della tecnologia nucleare" che fu istituita dal governo iraniano nell’anniversario dell’annuncio, nel 2006, del primo successo nell’arricchimento dell’uranio. Ora, secondo Alireza Jahanghiri, vice ministro delle Scienze della Repubblica Islamica, con l’inaugurazione del nuovo impianto “l’Iran assume la guida dei paesi islamici nel campo nucleare” con l’obiettivo di “poter produrre 20 mila megawatt di energia nucleare”.

Escalation totale, quindi, con Teheran che va all'attacco su tutti i fronti. E la notizia del nucleare appare sempre più sia come una nuova sfida all'Occidente che al mondo dei dissidenti interni. L'esponente iraniano Alireza Jahanghiri si affretta ad annunciare anche che presto vari laureati in fisica nucleare si recheranno all’estero per completare gli studi. E questo vuol dire già da oggi che Teheran non ha nessuna intenzione di fare passi indietro. In realtà molti atenei occidentali, obbedendo alle sanzioni decise dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, hanno chiuso l'accesso agli studenti provenienti dalla Repubblica Islamica che intendono specializzarsi in materie "sensibili" come fisica nucleare. E' quindi difficile dire se si tratti di una mera affermazione propagandistica o di un accordo fra i tanti che fioriscono sottobanco con la repubblica degli ayatollah a dispetto delle Nazioni Unite.

Arrivano le prime reazioni. Con il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner che definisce la decisione iraniana “pericolosa”, specificando che potrebbe costringere la comunità internazionale a “proseguire sulla strada delle sanzioni”. Oltre a questa dichiarazione francese c'è da rilevare anche che molte diplomazie occidentali sono allarmate per il fatto che tra l'Iran e la Russia di Putin esistono intense relazioni diplomatiche tanto che Teheran, da tempo, ha creato un dipartimento particolare dedicato al rapporto tecnico-scientifico con Mosca. E Ahmadinejad, è noto, ha lavorato attivamente in collaborazione con i russi per risolvere la crisi nucleare in Iran. Non solo: sia Putin che Ahmadinejad hanno espresso il desiderio di cooperare insieme su progetti che riguardano il mar Caspio. La parola ora spetterà al nuovo presidente russo Medvedev che si dimostra, comunque, estremamente sensibile alle operazioni economiche e commerciali. E il nucleare iraniano, per Mosca, è un grande affare.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy